RE ITALY è la Convention italiana del Real Estate. Monitorimmobiliare, Monitorisparmio, Borsa Italiana, le associazioni di categoria e gli operatori si incontrano per la crescita del settore attraverso un momento di confronto e aggiornamento tra gli stati generali dell’immobiliare. L’edizione invernale, che si terrà quest’anno il 23 gennaio, costituirà un’opportunità per pianificare le strategie per l’anno appena cominciato. Anche questa edizione sarà caratterizzata dalla presenza della quasi totalità delle aziende sul mercato, con il contributo dei principali esponenti del settore. L’evento vedrà come di consueto l’interazione tra imprese quotate, risparmio gestito, advisor, analisti, fondi immobiliari, investitori, istituti di credito, legali, network immobiliari, property e facility services, SIIQ e sviluppatori.
ULI Italy “Milan presentation of emerging trend in Real Estate”
Si terrà a Roma, il 9 e 10 dicembre, presso le Scuderie di Palazzo Altieri, l’edizione 2019 del Rome Investment Forum – Financing Long Term Europe, la Conferenza internazionale dedicata all’investimento come motore di crescita in una prospettiva europea e globale.
Banca d’Italia. A note on the effects of residential property price growth on bank profitability
The Note explores the relationship between the real estate cycle and profitability of European banks. From 2010 to 2018, the divergent real estate dynamics across European countries explain nearly one fourth of the profitability gap between banks established in countries with a sluggish real estate market and those located in the other countries. As a counterfactual exercise, we estimate that the average ROE of Italian banks in 2010-18 would have been about 1.6 percentage points higher if real estate prices in Italy had grown on average at the same pace as the median European country. Finally, the Note finds that banks established in countries that have been experiencing a sustained upswing in the real estate sector have not increased their capital position in response to the potential overheating of their domestic real estate sector.
Congiuntura Flash di Confindustria – dicembre 2019
Il PIL in Italia si preannuncia debole nel 4° trimestre, come nei precedenti (+0,1%). L’occupazione da luglio segue un andamento altalenante (in ottobre +0,2%). L’industria resta in difficoltà: a novembre gli ordini di beni hanno subito un’ulteriore erosione; il CSC stima una produzione di nuovo in flessione (-0,3%), con una variazione nulla acquisita nel trimestre; il PMI (Purchasing Managers’ Index) è in area di contrazione (47,6). Nei servizi, invece, il PMI continua a salire (52,2 in ottobre), dopo l’apprezzabile aumento del fatturato nel 3° trimestre. L’export procede a strappi. L’export italiano è salito dell’1,2% in valore a settembre, ma registra un calo nel 3° trimestre. Gli investimenti risultano in calo. Dopo l’attesa flessione degli investimenti nel 3° trimestre (-0,2%), a novembre gli ordini interni dei produttori di beni strumentali hanno subito un’altra mini-erosione e la fiducia delle imprese manifatturiere è diminuita di poco, continuando ad oscillare su valori modesti. Ciò preannuncia un moderato calo della spesa per beni strumentali anche nel 4° trimestre. Tassi in lieve aumento. A novembre il rendimento del BTP decennale è risalito di tre decimi rispetto ai minimi, in media a 1,18%. Il mini-rialzo ha riguardato anche altri paesi dell’Eurozona, che avevano tassi molto negativi, segnalando in parte più fiducia tra gli investitori. Perciò, lo spread sopportato dall’Italia è cresciuto, ma in misura limitata (160 punti base sulla Germania a fine mese; 150 in media). Ciò avviene nonostante i nuovi acquisti BCE di titoli, dal 1 novembre (13 mld di euro di bond pubblici finora), che proseguiranno nei prossimi mesi, ma il cui effetto sembra essere stato già scontato dai mercati. Sebbene il costo del credito per le aziende italiane è rimasto ai minimi storici (1,3% a settembre), il calo dei prestiti sembra ampliarsi (-1,0% annuo). Le indagini qualitative avevano fornito segnali incoraggianti sulle condizioni di offerta nel 3° trimestre. Ma resta ampia la quota di imprese che non ha ottenuto il credito richiesto (5,5% a settembre), segnalando domanda inevasa.
Housing Europe. The State of Housing in the EU 2019
The Housing Europe Observatory, the research branch of Housing Europe celebrates its 25th anniversary by presenting the latest edition of its flagship report ‘The State of Housing in the EU. 2019’ that has become over the last years the biennial compass of Europe’s housing sector.
Banca d’Italia: Anything new in town? The local effects of urban regeneration policies in Italy
The paper estimates the local effects of urban regeneration policies by using evidence from interventions that took place in small and medium-sized cities in the Centre and North of Italy over the period 2008-12. By using an Oaxaca-Blinder reweighting estimator, we find little support for the idea that urban regeneration projects could stimulate local economic growth in the short to medium term. Only the largest scale interventions that focused on improving the public realm seem to have led to an increase in house prices, but they have had no impact on other economic outcomes.
Italy Real Estate Market Outlook 2019
Salvo eventi geopolitici destabilizzanti, si attende un 2019 stabile o migliore rispetto all’anno precedente anche se probabilmente ancora sotto i livelli del 2017. I settori chiave saranno logistica e hotel, mentre per il retail non si attende una crescita importante ma chi sarà in grado di operare una attenta selezione potrà scovare opportunità interessanti dovute al ridimensionamento dei prezzi. Si tratta di un settore che, rispetto ad altre realtà europee con uno stock maggiore, nel 2018 ha ben performato (in linea col 2017). Oggi siamo in una fase di evoluzione: con l’aumento dell’e-commerce vengono premiate le strutture più grandi e i centri commerciali sono dei “contenitori” molto interessanti dove inserire nuovi format.
Itinerari previdenziali. Investitori istituzionali italiani: iscritti, risorse e gestori per l’anno 2018
Gli investitori istituzionali del nostro Paese si possono suddividere nei seguenti livelli: i sistemi contrattualistici complementari di secondo pilastro cui appartengono i Fondi Pensione Negoziali (FPN), i Fondi Pensione Preesistenti (FPP), le Casse e i Fondi di assistenza sanitaria integrativa; i sistemi privatistici con i Fondi pensione Aperti, i Pip e le Assicurazioni1; le Casse di Previdenza Professionali che svolgono la funzione previdenziale di primo pilastro e le Fondazioni di Origine Bancaria, che operano nel welfare territoriale e di prossimità.
Congiuntura Flash di Confindustria – gennaio 2019
Per la crescita mancano investimenti e credito Mercati extra-UE cruciali, ma crescono i rischi.
Si conferma, anche nel 4° trimestre 2019, il persistere di una sostanziale stagnazione che vede l’Italia appena sopra lo zero. L’industria è ancora in difficoltà: a dicembre gli ordini sono in parziale recupero, ma il PMI (Purchasing Managers’ Index) è crollato ancor di più (46,2) e il CSC stima una produzione in calo nel trimestre. Nei servizi, invece, il PMI è salito a dicembre, in area di debole crescita (51,1).
L’export cresce a fatica. In ottobre l’export è cresciuto del 3,2%, terzo aumento consecutivo, sostenuto dalle vendite extra-UE (deboli però a novembre). Giappone e Svizzera i mercati più dinamici, male in Medio Oriente, Sud America, Cina. Deboli le prospettive: gli ordini esteri sono in lieve risalita a dicembre, dai minimi. Pesano i dazi USA sull’agro-alimentare e le incertezze globali, specie per l’automobilistico. I consumi restano deboli, con una modesta espansione dei consumi che dovrebeb proseguire sostenuta dalla fiducia delle famiglie, recuperata in parte a dicembre, con opinioni più favorevoli sull’economia. La spesa resta tuttavia frenata da un risparmio elevato; gli ordini interni dei produttori di beni di consumo sono lievemente peggiorati negli ultimi mesi.
Reggono i mercati finanziari. Sono scarse, infatti, le ripercussioni dell’instabilità sulle Borse dei paesi avanzati, che hanno continuato a salire a dicembre-gennaio, ma a ritmi minori: +4% il listino negli USA, proseguendo il trend di rialzo, che entra nel 12° anno. L’euro ha mostrato un marginale rafforzamento da dicembre (fino a 1,12 dollari, da 1,10): se questo trend dovesse proseguire, frenerebbe l’export dell’Eurozona.