The Housing Europe Observatory, the research branch of Housing Europe celebrates its 25th anniversary by presenting the latest edition of its flagship report ‘The State of Housing in the EU. 2019’ that has become over the last years the biennial compass of Europe’s housing sector.
Banca d’Italia: Anything new in town? The local effects of urban regeneration policies in Italy
The paper estimates the local effects of urban regeneration policies by using evidence from interventions that took place in small and medium-sized cities in the Centre and North of Italy over the period 2008-12. By using an Oaxaca-Blinder reweighting estimator, we find little support for the idea that urban regeneration projects could stimulate local economic growth in the short to medium term. Only the largest scale interventions that focused on improving the public realm seem to have led to an increase in house prices, but they have had no impact on other economic outcomes.
Italy Real Estate Market Outlook 2019
Salvo eventi geopolitici destabilizzanti, si attende un 2019 stabile o migliore rispetto all’anno precedente anche se probabilmente ancora sotto i livelli del 2017. I settori chiave saranno logistica e hotel, mentre per il retail non si attende una crescita importante ma chi sarà in grado di operare una attenta selezione potrà scovare opportunità interessanti dovute al ridimensionamento dei prezzi. Si tratta di un settore che, rispetto ad altre realtà europee con uno stock maggiore, nel 2018 ha ben performato (in linea col 2017). Oggi siamo in una fase di evoluzione: con l’aumento dell’e-commerce vengono premiate le strutture più grandi e i centri commerciali sono dei “contenitori” molto interessanti dove inserire nuovi format.
Itinerari previdenziali. Investitori istituzionali italiani: iscritti, risorse e gestori per l’anno 2018
Gli investitori istituzionali del nostro Paese si possono suddividere nei seguenti livelli: i sistemi contrattualistici complementari di secondo pilastro cui appartengono i Fondi Pensione Negoziali (FPN), i Fondi Pensione Preesistenti (FPP), le Casse e i Fondi di assistenza sanitaria integrativa; i sistemi privatistici con i Fondi pensione Aperti, i Pip e le Assicurazioni1; le Casse di Previdenza Professionali che svolgono la funzione previdenziale di primo pilastro e le Fondazioni di Origine Bancaria, che operano nel welfare territoriale e di prossimità.
Congiuntura Flash di Confindustria – gennaio 2019
Per la crescita mancano investimenti e credito Mercati extra-UE cruciali, ma crescono i rischi.
Si conferma, anche nel 4° trimestre 2019, il persistere di una sostanziale stagnazione che vede l’Italia appena sopra lo zero. L’industria è ancora in difficoltà: a dicembre gli ordini sono in parziale recupero, ma il PMI (Purchasing Managers’ Index) è crollato ancor di più (46,2) e il CSC stima una produzione in calo nel trimestre. Nei servizi, invece, il PMI è salito a dicembre, in area di debole crescita (51,1).
L’export cresce a fatica. In ottobre l’export è cresciuto del 3,2%, terzo aumento consecutivo, sostenuto dalle vendite extra-UE (deboli però a novembre). Giappone e Svizzera i mercati più dinamici, male in Medio Oriente, Sud America, Cina. Deboli le prospettive: gli ordini esteri sono in lieve risalita a dicembre, dai minimi. Pesano i dazi USA sull’agro-alimentare e le incertezze globali, specie per l’automobilistico. I consumi restano deboli, con una modesta espansione dei consumi che dovrebeb proseguire sostenuta dalla fiducia delle famiglie, recuperata in parte a dicembre, con opinioni più favorevoli sull’economia. La spesa resta tuttavia frenata da un risparmio elevato; gli ordini interni dei produttori di beni di consumo sono lievemente peggiorati negli ultimi mesi.
Reggono i mercati finanziari. Sono scarse, infatti, le ripercussioni dell’instabilità sulle Borse dei paesi avanzati, che hanno continuato a salire a dicembre-gennaio, ma a ritmi minori: +4% il listino negli USA, proseguendo il trend di rialzo, che entra nel 12° anno. L’euro ha mostrato un marginale rafforzamento da dicembre (fino a 1,12 dollari, da 1,10): se questo trend dovesse proseguire, frenerebbe l’export dell’Eurozona.