ResPublica. Termometro economico
Fondazione ResPublica ha pubblicato la decima edizione del “Termometro economico”, l’indicatore bimestrale – realizzato in collaborazione con ISTAT – contenente 40 indicatori sintetici capaci di valutare con tempestività lo stato di salute del Paese. Il Termometro è arricchito dall’analisi di dieci “saggi” selezionati dalla Fondazione, che offrono un’analisi prospettica sulle opportunità e sui rischi che potranno investire il Paese nei prossimi mesi.
Le previsioni di crescita per il 2024 sono state riviste al ribasso (+0,7%), ma gli investimenti del PNRR potrebbero stimolare il PIL tra il 2025 e il 2026. Nonostante i progressi nella riduzione di deficit e debito, l’economia continua a risentire della debolezza del commercio internazionale e della scarsa fiducia delle imprese. Nel terzo trimestre, l’occupazione ha mantenuto livelli elevati, accompagnata da una diminuzione del tasso di disoccupazione. Sul fronte produttivo, l’industria ha mostrato segnali di rallentamento con una riduzione della produzione e della fiducia, mentre il settore dei servizi ha mantenuto una dinamica stabile. L’inflazione è rimasta sotto controllo, ma l’aumento dei costi di produzione, in particolare dell’energia, potrebbe rallentare il trend di discesa dei prezzi osservato negli ultimi mesi.
Nel mercato immobiliare, il secondo quadrimestre del 2024 ha registrato un aumento delle compravendite (+2,7% rispetto allo stesso periodo del 2023), a fronte di una significativa diminuzione dei permessi di costruzione (-9,1%). Gli investimenti in costruzioni sono rimasti stagnanti, con una contrazione nel settore residenziale, attribuibile alla fine dei bonus edilizi e alla stretta monetaria. Al contrario, il settore non residenziale ha segnato una crescita, compensando parzialmente la debolezza del comparto abitativo. Per il 2025 si prevede che la domanda di mutui possa favorire una ripresa del settore residenziale, mentre gli investimenti infrastrutturali legati al PNRR potrebbero sostenere il comparto non residenziale, nonostante i ritardi progettuali che rischiano di rallentare l’utilizzo dei fondi.
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