Rapporto Immobiliare 2024 sugli immobili a destinazione terziaria, commerciale e produttiva, dell’Agenzia delle Entrate

Rapporto Immobiliare 2024 sugli immobili a destinazione terziaria, commerciale e produttiva, dell’Agenzia delle Entrate

Il rapporto Immobiliare 2024 sugli immobili a destinazione terziaria, commerciale e produttiva” dell’Agenzia delle Entrate analizza il mercato non residenziale del 2023.

Nell’ultimo anno, il settore terziario e produttivo ha subito una leggera contrazione, mentre quello commerciale ha continuato a crescere. L’ultimo rapporto evidenzia forti disparità territoriali, con il Nord Italia, in particolare la Lombardia, che guida il mercato. Dal 2008, i valori di scambio sono diminuiti drasticamente: quasi del 40% per i capannoni, circa del 30% per gli uffici e del 25% per i negozi. Tuttavia, quest’ultimi hanno registrato un incremento del 2,1% rispetto al 2022.

Nel 2023 sono state censite circa 628mila unità immobiliari destinate a uffici, con oltre la metà situate nel Nord Italia. Le regioni del Centro-Nord presentano quotazioni mediamente superiori rispetto al Sud e alle Isole, con la Liguria che registra una quotazione pari a 1.900 euro/mq, mentre in Calabria il valore degli uffici è intorno agli 840 euro/mq. Nei comuni capoluogo, Lazio e Lombardia mostrano i valori più elevati, sopra i 2.400 euro/mq.

Le compravendite di negozi e laboratori sono aumentate in tutte le aree, con le Isole che hanno registrato la crescita maggiore. Le quotazioni medie dei negozi sono aumentate a livello nazionale, con alcune eccezioni: cali significativi in Sardegna e rialzi in Molise, Lombardia e Campania. Lombardia e Liguria risultano essere le regioni più care per acquistare un negozio, con valori sopra i 1.800 euro/mq. Al contrario, le regioni meridionali presentano valori medi inferiori alla media nazionale, in alcuni casi sotto i 1.000 euro/mq.

Il settore produttivo ha visto un incremento dello stock dell’1,2%, con più della metà delle unità situate nel Nord Italia. Le compravendite nel settore produttivo sono calate rispetto al 2022, tranne nel Nord Est e nelle Isole. La Lombardia ha registrato la flessione più decisa. Le quotazioni dei capannoni sono scese in quasi tutte le regioni, con variazioni minime rispetto al 2022. Solo nel Lazio il tasso di variazione è stato più elevato, pari a -5,3%. La Liguria e la Valle d’Aosta rimangono le regioni con le quotazioni più alte, entrambe vicine ai 700 euro/mq, ben al di sopra della media nazionale.

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