Nomisma. Highlights 3° Rapporto sul Mercato Immobiliare 2021

Nomisma. Highlights 3° Rapporto sul Mercato Immobiliare 2021

Il mercato immobiliare italiano consolida la ripresa avviata oltre un anno fa alla prima tregua concessa dall’ondata pandemica. È infatti dall’estate del 2020 che è iniziato il percorso di risalita che ha consentito di recuperare prontamente l’inevitabile tracollo dovuto al primo severo lockdown e riportarsi sul sentiero ascendente che il settore batteva prima dell’arrivo dell’uragano Covid 19.
L’entità dell’interesse manifestato è stata di gran lunga superiore alle attese, arrivando a coinvolgere oltre 3 3 milioni di nuclei familiari che hanno deciso di intraprendere la ricerca di una nuova casa La maggior parte delle intenzioni è alimentata dalle inadeguatezze riscontrate durante la convivenza forzosa degli ultimi inverni pandemici, nonché dal bisogno di dotazioni accessorie diventate oggi spesso irrinunciabili
Se le recenti preferenze in termini di localizzazione e dotazioni rappresentano una novità rispetto agli orientamenti pre pandemici, il supporto del settore bancario per coronare le velleità di upgrade abitativo si conferma un pre requisito irrinunciabile per la
maggioranza delle famiglie italiane La graduale perdita di potere di acquisto immobiliare degli ultimi anni, associata alla precarietà delle prospettive occupazionali, impongono un massiccio ricorso al sostegno creditizio per la concretizzazione delle aspirazioni abitative.
L’esuberanza a trazione emotiva che si sta riversando sul mercato ha avuto effetti non solo sui livelli di attività ma su tutti i principali indicatori del settore residenziale Alla contrazione di tempi di vendita e sconti praticati, si associa infatti un’ulteriore
crescita dei prezzi, rivelatasi più marcata in corrispondenza delle città che avevano trainato la risalita fino a tutto il 2019 con Milano ancora una volta a guidare la graduatoria.
A rappresentare un elemento di novità nell’evoluzione recente è la maggiore esuberanza dei valori nelle aree periferiche rispetto a quelle centrali La differenza è contenuta nell’ordine di qualche decimo di punto percentuale, ma è comunque rivelatrice
dell’orientamento di una quota di domanda primaria (prima casa e sostituzione), solo in parte intercettato dalle porzioni più esterne dei comuni capoluogo.

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