Duff&Phelps. La congiuntura immobiliare – Italia. Primo semestre 2020

Duff&Phelps. La congiuntura immobiliare – Italia. Primo semestre 2020

La congiuntura del mercato immobiliare italiano elaborata da Duff & Phelps Real Estate Advisory Group (REAG) illustra i trend dei principali indicatori dei settori corporate. In questa edizione, particolare attenzione viene data all’analisi delle dinamiche immobiliari delle città di Milano e Roma, che nel primo semestre dell’anno in corso hanno mostrato una maggior resilienza alla crisi dovuta all’emergenza sanitaria, in particolare Milano che si conferma una “città calamita” per gli investimenti.
In Italia il volume degli investimenti corporate del primo semestre 2020 si attesta nell’intorno dei 3,5 miliardi di euro con una variazione di poco inferiore al 35% rispetto al primo semestre dello scorso anno. Tale performance riflette l’andamento incerto dei mercati causato dall’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia COVID-19 ancora in corso. Il 2019 si era chiuso con un nuovo record di investimenti pari a circa 12 mld, e con previsioni per il mercato immobiliare italiano positive, o in crescita nel caso del segmento hospitality, tuttavia già alla fine del primo trimestre dell’anno in corso si sono rilevate le prime anomalie in termini di volume di investimenti derivate dalla chiusura forzata delle attività e l’obbligo di distanziamento sociale, misure che non hanno
favorito la conclusione dei deal. Gli scenari post-crisi prevedono per tutte le destinazioni d’uso una radicale riorganizzazione degli spazi e dei flussi. In particolare, il settore GDO dovrà riadattarsi alle nuove abitudini
dei consumatori, velocizzando ad esempio la riorganizzazione delle vendite via e-commerce e integrando le proprie attività con quelle di tipo logistica last-mile. Quest’ultima risulta essere un key-driver fondamentale anche per la ripartenza dell’asset class industriale/logistico. I negozi posizionati nelle HighStreet e le strutture ricettive, in particolare hotel di categoria UpperUp scale e Luxury, dovranno attendere la ripresa dei flussi turistici e del turismo business, e nel contempo dovranno attuare azioni volte ad un’eventuale rimodulazione dei contratti di locazione in essere.
Per altre asset class, quali uffici e immobili ad uso residenziale si aggiunge al sempre attuale key driver della “sostenibilità”, l’attenzione verso gli spazi rispettivamente “per lavorare” e “per vivere”.
In questo scenario è importante segnalare la resilienza della “città calamita” degli investimenti: Milano. Nel primo semestre 2020 si stima un ammontare di investimenti di circa 1,8 mld, registrando di fatto una tenuta e un sostanziale allineamento a quanto totalizzato nello stesso periodo del 2019, dall’analisi dei dati emerge una flessione contenuta attorno al 5% o di poco superiore. Nel 2019 Milano ha inciso sul totale investimenti corporate in Italia per il 37% e nel I semestre tale incidenza sale addirittura al 50%.
I flussi di capitali per il primo semestre provengono per il 41% da investitori domestici e per il 59% da piazze internazionali: di queste il 37% dagli Sati Uniti, seguito dalla Francia (22%), Germania (20%), Austria (9%), United Kingdom (6%) e altri investimenti parcellizzati da player di altri Paesi.
A Milano il flusso degli investimenti è rimasto costante e con capitali che sono continuati ad arrivare prevalentemente dall’estero, mentre all’opposto nella città di Roma gli investimenti hanno riguardato in prevalenza capitali nazionali.

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