C&W. Analisi sullo stock uffici delle città europee
Il report di Cushman & Wakefield analizza il rischio di obsolescenza per gli immobili a uso ufficio nelle principali città europee. L’analisi si concentra su come fattori come la vetustà degli immobili, la domanda di spazi di alta qualità e le normative climatiche – come l’EPBD -stiano trasformando il mercato immobiliare europeo, evidenziando strategie di riposizionamento e riqualificazione.
A livello europeo, viene stimato che entro il 2030 oltre 170 milioni di metri quadrati di uffici saranno a rischio obsolescenza nelle 16 città principali. Città come Milano, Londra e Berlino, sono particolarmente esposte, con quasi l’80% dello stock complessivo a rischio, a causa della vetustà degli edifici e della limitata crescita di nuove costruzioni negli ultimi 30 anni. In particolare, Milano è la città con il rischio maggiore (86%). I mercati dell’Europa orientale, come Budapest, Praga e Varsavia, presentano invece un rischio medio meno elevato (43%), grazie a un patrimonio edilizio più recente, sviluppato principalmente negli ultimi due decenni.
Nel confronto con gli Stati Uniti, le città europee mostrano tuttavia una maggiore resilienza in termini di vacancy. Dal quarto trimestre del 2019, il tasso di sfitto negli uffici di 18 città nordamericane è aumentato in media di 1.100 punti base, raggiungendo oltre il 20%, mentre in Europa l’aumento è stato più contenuto, di 450 punti base. Questo dato riflette una gestione più efficace della domanda occupier nel mercato europeo. Rimane forte la necessità di ristrutturazioni significative per rispondere alle normative climatiche e alle aspettative degli utilizzatori pone l’Europa davanti a una sfida cruciale per il prossimo decennio.
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