CBRE. Survey Uffici in Italia: le percezioni degli occupiers

CBRE. Survey Uffici in Italia: le percezioni degli occupiers

Il rapporto “Italy Office Occupier Sentiment Survey” di CBRE analizza le intenzioni delle aziende riguardo ai loro uffici in Italia, concentrandosi sulla domanda di spazi presenti e futuri, strategie di workplace e caratteristiche degli uffici del futuro. Il rapporto riassume i principali risultati del sondaggio e fornisce informazioni utili per investitori e occupier al fine di soddisfare le mutevoli esigenze degli utenti. Si evidenzia l’importanza della flessibilità e della creazione di ambienti di lavoro adattabili che favoriscano l’identità aziendale, la produttività e il benessere dei dipendenti. 

Gli occupier considerano l’ufficio fisico una componente chiave delle loro strategie, offrendo tecnologie, layout flessibili e ambienti stimolanti e confortevoli per migliorare le performance aziendali. L’80% ha adottato la riorganizzazione degli spazi come strategia principale per facilitare il ritorno in ufficio. Nonostante le sfide della domanda incerta e dei cambiamenti nei modelli di lavoro, la maggior parte degli occupier non ha intenzione di ridurre gli spazi occupati e si concentra piuttosto su rinegoziazioni e rinnovi contrattuali preferendo spazi che meglio rispondono alle loro esigenze. La scelta prevalente è il trasferimento verso uffici di qualità superiore e, se possibile, con contratti di locazione personalizzati che considerino l’andamento del proprio business e clausole di locazione green. La qualità dell’ufficio è prioritaria per gli obiettivi ESG e di cost-saving. Allo stesso tempo, si cerca un ambiente sano e piacevole per aumentare produttività e impegno dei lavoratori.  

La qualità dell’ambiente intorno all’ufficio, gli spazi all’aperto e i terrazzi sono desiderati dal 68% delle aziende come parte del loro edificio ideale. Le dotazioni tecnologiche, come le sale riunioni attrezzate per le teleconferenze e le app per la prenotazione di sale e scrivanie, saranno utilizzate dalla maggior parte degli intervistati. Il 30% del campione, inoltre, prevede l’implementazione di sensori per il monitoraggio della qualità dell’aria. 

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