AEW. Report sull’impatto climatico e i costi della transizione nel mercato del real estate europeo
Alla luce degli ultimi dati sul clima, AEW sottolinea in questo report la necessità di rivedere i target di raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione.
A luglio 2024, nonostante il livello di emissioni sia aumentato solo tra lo 0,1% e l’1,1%, il tasso di crescita della CO2 nell’atmosfera è aumentato dell’86% tra il 2023 e il 2022, principalmente a causa della significativa diminuzione della capacità delle foreste di assorbire CO2 dovuta ai numerosi incendi del periodo. In questo contesto, diventa importante intensificare e accelerare il raggiungimento dei target di decarbonizzazione; un fattore chiave per evitare, inoltre, che gli asset immobiliari diventino obsoleti e vedano diminuire il loro valore nel lungo periodo.
Il report utilizza il Carbon Risk Real Estate Monitor (CRREM) per analizzare i rischi e i costi della transizione climatica sugli immobili commerciali in Europa, coprendo 196 segmenti di mercato in 20 paesi e cinque asset class. L’aumento medio del 30% nella spesa annua in utile alla decarbonizzazione si traduce in una crescita del “premio al rischio climatico” di 19 bps rispetto al 2023. Con un rendimento annuo previsto dell’8,8% per il periodo 2024-2028, tale aumento dovrebbe risultare comunque sostenibile per gli investitori.
Nel dettaglio, i centri commerciali e gli immobili logistici detengono premi al rischio e costi di retrofit più elevati: per i primi, il premio per il rischio climatico è cresciuto di 4 bps in un anno, con un costo medio di riqualificazione energetica di 18 EUR/m²; per i secondi, il premio è aumentato di 54 bps, con costi medi di retrofit di 17 EUR/m². Questo incremento significativo è principalmente dovuto ai valori relativamente più bassi dei capital value per m². Al contrario, gli uffici e il settore residenziale hanno registrato premi più contenuti, grazie a prezzi energetici più elevati e a un maggiore controllo dei consumi da parte degli occupanti.
Lo studio evidenzia anche come sia il mercato spagnolo, sia quello italiano, siano in ritardo rispetto alla media europea nel ridurre le emissioni del comparto immobiliare, principalmente a causa dell’alto consumo energetico legato all’uso intensivo della climatizzazione durante i mesi più caldi. Anche Francia e Regno Unito, pur essendo più in una posizione migliore, necessitano ancora di ulteriori sforzi per allinearsi alle Direttive europee.
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