RICS. Le aspettative degli operatori sul mercato globale del commercial real estate

RICS. Le aspettative degli operatori sul mercato globale del commercial real estate

L’ultimo report pubblicato da RICS sul sentiment degli operatori del secondo trimestre 2025 evidenzia un quadro globale ancora incerto, riflesso di un contesto macroeconomico fragile. A livello mondiale, l’indice aggregato di sentiment (CPSI) – costruito sul saldo tra chi segnala un miglioramento e chi un peggioramento delle condizioni – si è mantenuto a –6. È lo stesso livello del trimestre precedente, ma comunque meno negativo rispetto ai valori toccati negli ultimi anni (–8, –7 e –11), indicando un progressivo attenuarsi del pessimismo.

In Europa l’indice è salito da –6 a –4, segnalando un sentiment meno pessimistico rispetto alla media globale. La domanda occupier è rimasta sostanzialmente stabile (+1%), ma con forti differenze nazionali: molto positiva in Spagna (+54%), ancora debole in Francia e Belgio. Sul fronte degli investimenti, il saldo globale delle richieste si è attestato a +7% (in lieve calo dal +10% del trimestre precedente), con risultati positivi in tre quarti dei Paesi europei. Quasi la metà degli operatori europei (49%) ritiene che il mercato sia in fase di ripresa, in aumento rispetto al 45% del trimestre scorso e al 34% di fine 2024.

A livello settoriale, la polarizzazione tra segmenti prime e secondari resta evidente. Per gli uffici, le aspettative di crescita dei capital values sui prodotti prime sono state riviste al rialzo, ai livelli più positivi degli ultimi tre anni, mentre per quelli secondari le prospettive restano negative. La logistica si conferma il settore con le attese più solide, con un saldo netto globale di +10% sulla domanda occupier, in miglioramento rispetto al +6% del trimestre precedente. Per il retail, invece, il saldo resta marginalmente negativo (-1%). Continua a rafforzarsi l’ottimismo verso gli asset alternativi, in particolare data centre e student housing, per i quali si prevedono incrementi medi dei valori e dei canoni attorno al 3% nei prossimi dodici mesi.

In Italia, il mercato risulta caratterizzato da elevata incertezza, con operazioni di investimento che richiedono tempi più lunghi e una visibilità ridotta sugli obiettivi degli investitori, condizionati anche dalle difficoltà di raccolta di capitale e dal contesto geopolitico instabile. Nonostante questo, gli immobili prime, in particolare a Milano, continuano a registrare livelli elevati di domanda, in linea con quanto rilevato anche in altri mercati europei più resilienti come la Spagna.

Infine, la sostenibilità diventa sempre più centrale: oltre il 70% dei finanziatori esclude asset privi di requisiti ESG o di un piano di riconversione. Il 57% applica condizioni migliori a chi raggiunge obiettivi ambientali o sociali. I meccanismi premiali sono prevalenti, ma le penalizzazioni – se presenti – risultano più incisive, perché legate a monitoraggi regolari.

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