Il valore finanziario dell’impatto sociale nel settore immobiliare, nell’indagine di EPRA

Il valore finanziario dell’impatto sociale nel settore immobiliare, nell’indagine di EPRA

Lo studio di EPRA analizza come gli investitori immobiliari percepiscano e integrino l’impatto sociale nei propri processi decisionali, in un contesto in cui la sostenibilità è diventata una priorità rilevante anche in ambito sociale. Negli ultimi anni, l’interesse verso gli investimenti responsabili è cresciuto sensibilmente, e le aspettative nei confronti del settore real estate si sono evolute. Se da un lato le metriche ambientali risultano ormai consolidate, dall’altro permane un gap nella capacità di misurare e valorizzare ex ante l’impatto sociale degli investimenti immobiliari, con l’industria che dovrà individuare criteri e indicatori utili a valutare questi impatti.

Per indagare questo aspetto, è stata condotta un’indagine tra manager finanziari e della sostenibilità operanti nel settore immobiliare europeo. Il sondaggio si è concentrato sul concetto di “social impact” e ha misurato la disponibilità degli intervistati a rinunciare a parte della performance finanziaria prevista in cambio di benefici sociali concreti, come una maggiore accessibilità economica per i tenant. Dall’analisi dei dati raccolti emerge che i professionisti coinvolti sono disposti in media a rinunciare a 123 punti base di rendimento atteso per migliorare l’affordability. Questo “sacrificio” cresce se l’impatto è certificato, se si adotta una prospettiva temporale di lungo periodo, e tra coloro che adottano approcci ESG più responsabili.

La disponibilità a rinunciare a rendimento varia in base al tipo di impatto sociale: è significativamente più alta quando si tratta di ridurre i costi degli affitti, ma cala nel caso di miglioramenti legati al benessere degli occupier (ad esempio tramite iniziative di retrofitting). Questo suggerisce che per promuovere investimenti immobiliari a impatto sociale è fondamentale chiarire e certificare l’impatto stesso, definendo criteri condivisi e misurabili.  Nonostante l’impatto sociale sia meno prioritario rispetto a quello ambientale, dunque, esiste una reale apertura da parte degli investitori a integrare considerazioni sociali nelle loro strategie, a condizione che i benefici siano concreti, quantificabili e riconosciuti dal mercato.

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