RICS. Il sentiment degli operatori real estate sulla sostenibilità

RICS. Il sentiment degli operatori real estate sulla sostenibilità

Il Sustainability Report 2025 di RICS presenta i risultati delle survey condotte su oltre 3.500 professionisti del real estate, offrendo una fotografia del sentiment del settore sui temi ESG. Dal report emerge che la crescita della domanda per edifici green si è indebolita nell’ultimo anno, dopo risultati molto forti tra il 2021 e il 2024. Il Sustainable Building Index (SBI) – l’indicatore RICS che misura, su base annua, il saldo tra chi registra un aumento e chi una diminuzione della domanda di immobili sostenibili – rimane comunque in territorio positivo a livello globale (+30), con l’Europa che si attesta su un livello ancora più elevato (+39).

La spinta verso immobili sostenibili appare però meno intensa, soprattutto per l’aumento dei costi di finanziamento e costruzione e per l’incertezza sull’impatto delle nuove regole sui ritorni degli investimenti. In Europa, gli investitori attribuiscono maggiore valore alla certificazione green e alla resilienza climatica rispetto ad altre regioni, riflettendo l’impatto di strumenti regolatori come la Direttiva EPBD sulla prestazione energetica nell’edilizia, la tassonomia UE e l’EU Emissions Trading System (ETS), il sistema europeo di scambio delle quote di emissione. Allo stesso tempo, gli occupier europei si concentrano soprattutto su efficienza energetica, qualità degli spazi interni e riduzione dei costi operativi, mentre i principali ostacoli agli investimenti restano i costi iniziali elevati e la scarsa evidenza di ritorni economici.

Nel settore delle costruzioni, l’Europa si distingue per una consapevolezza elevata sui temi dell’efficienza energetica, del risparmio idrico e della riduzione dell’impatto carbonico, ma mostra anche criticità rilevanti. È infatti una delle aree dove la misurazione delle emissioni di carbonio nei progetti risulta meno diffusa: circa la metà dei professionisti europei dichiara di non misurare l’embodied carbon. Anche la familiarità con pratiche di economia circolare risulta più bassa rispetto ad altre regioni, pur essendo riconosciuta come sempre più importante. Sul fronte della biodiversità, l’Europa registra il livello più alto di disaccordo o neutralità riguardo alla sua rilevanza, segnalando una diffusa incertezza sul ruolo del settore nel proteggere gli ecosistemi, nonostante un generale consenso globale sulla necessità di intervenire su questo fronte.

Il principale motore del cambiamento rimane legato alla regolamentazione, soprattutto a livello europeo: le politiche pubbliche sono considerate decisive per accelerare decarbonizzazione, resilienza climatica, standardizzazione delle metriche e diffusione della rendicontazione obbligatoria delle emissioni lungo l’intero ciclo di vita. L’adozione pratica delle misure richieste procede però lentamente, frenata da costi, complessità e carenze di competenze tecniche. Per colmare questo divario, il report RICS sottolinea la necessità di rafforzare le competenze professionali, sostenere gli investimenti in retrofit energetici e sviluppare approcci comuni per la definizione di edifici a zero emissioni e resilienti, affinché il settore immobiliare possa allinearsi agli obiettivi climatici al 2050.

Scarica il report: https://www.rics.org/content/dam/ricsglobal/documents/reports/Sustainability-report-2025.pdf

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