L’Agenzia delle Entrate riporta le ultime statistiche sullo stock immobiliare italiano

L’Agenzia delle Entrate riporta le ultime statistiche sullo stock immobiliare italiano

Secondo l’ultima analisi dell’Agenzia delle Entrate, al 31 dicembre 2024 il patrimonio immobiliare italiano censito al catasto ha superato i 79 milioni di unità immobiliari (o loro porzioni). Di queste, quasi 68 milioni sono unità urbane con rendita catastale. Altri 3,8 milioni appartengono a categorie che non producono reddito, come aree urbane, lastrici solari o immobili in costruzione (categoria F). A queste si aggiungono circa 7,1 milioni di beni comuni non censibili: si tratta di proprietà condivise che, pur essendo parte integrante degli edifici, non generano reddito.

Lo stock immobiliare è cresciuto dello 0,7% rispetto all’anno precedente, con un incremento di circa 525 mila unità. Quasi il 90% di questo vasto patrimonio è intestato a persone fisiche, mentre poco più del 10% fa capo a soggetti giuridici.

La composizione è fortemente dominata dalle abitazioni (categoria A), che rappresentano oltre la metà del totale, seguite dagli immobili commerciali e dalle pertinenze delle abitazioni (categoria C), che insieme costituiscono poco più del 40%. Le restanti categorie comprendono immobili a destinazione collettiva o d’uso pubblico – come scuole, ospedali e uffici pubblici – e immobili a destinazione speciale, tra cui opifici e fabbricati industriali o terziari. Completano il quadro le destinazioni particolari, come stazioni, edifici religiosi e strutture funerarie.

Sul fronte della rendita catastale complessiva, che supera i 38 miliardi di euro, la quota maggiore è concentrata nelle categorie A e C. Degno di nota il gruppo D, che pur rappresentando una parte contenuta dello stock, incide per quasi il 29% del totale grazie al peso degli immobili industriali e produttivi.

Il profilo delle abitazioni italiane evidenzia una netta prevalenza di tipologie civili, economiche e popolari, con una superficie media di circa 118 mq e forti differenze in base alla categoria e all’area geografica.

Gli uffici e gli studi privati – circa 650 mila unità – esprimono una rendita complessiva di quasi 1,5 miliardi di euro. Gli immobili a uso collettivo, come scuole e ospedali, mostrano una crescita e raggiungono una rendita complessiva di circa 1,4 miliardi. La componente commerciale conta oltre 29 milioni di unità, soprattutto box, posti auto, cantine e soffitte, con una rendita che supera i 6 miliardi. Infine, la categoria F – che include immobili non produttivi di reddito come aree urbane, unità in costruzione o in stato di degrado – rappresenta una fetta consistente del patrimonio, pur restando priva di rendita.

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